Matteo 12
Italian: Giovanni Diodati Bible (1649)
1IN quel tempo, Gesù camminava, in giorno di sabato, per li seminati; or i suoi discepoli ebber fame, e presero a svellere delle spighe, ed a mangiarle. 2E i Farisei, veduto ciò, gli dissero: Ecco, i tuoi discepoli fan quello che non è lecito di fare in giorno di sabato. 3Ma egli disse loro: Non avete voi letto ciò che fece Davide, quando ebbe fame, egli e coloro ch’erano con lui? 4Come egli entrò nella casa di Dio, e mangiò i pani di presentazione i quali non gli era lecito di mangiare, nè a coloro ch’eran con lui, anzi a’ sacerdoti soli? 5Ovvero non avete voi letto nella legge, che nel tempio, i sacerdoti, ne’ giorni del sabato, violano il sabato, eppur non ne sono colpevoli? 6Or io vi dico, che qui vi è alcuno maggior del tempio. 7Ora, se voi sapeste che cosa è: Io voglio misericordia e non sacrificio, voi non avreste condannati gl’innocenti.

8Perciocchè, il Figliuol dell’uomo è Signore eziandio del sabato.

9POI, partitosi di là, venne nella lor sinagoga; 10ed ecco, quivi era una uomo che avea la mano secca. Ed essi fecero una domanda a Gesù, dicendo: È egli lecito di guarire alcuno in giorno di sabato? per poterlo accusare. 11Ed egli disse loro: Chi è l’uomo fra voi, il quale avendo una pecora, se quella cade in giorno di sabato in una fossa, non la prenda, e non la rilevi? 12Ora, da quanto più è un uomo, che una pecora? Egli è dunque lecito di far del bene in giorno di sabato. 13Allora egli disse a quell’uomo: Distendi la tua mano. Ed egli la distese, e fu resa sana come l’altra. 14Ma i Farisei, usciti fuori, presero consiglio contro a lui, come lo farebbero morire.

15Ma Gesù, conoscendo ciò, si ritrasse di là; e molte turbe lo seguitarono, ed egli li guarì tutti. 16E divietò loro severamente, che nol palesassero; 17acciocchè si adempiesse ciò che fu detto dal profeta Isaia, dicendo:

18Ecco, il mio Servitore, il quale io ho eletto; l’amato mio in cui l’anima mia ha preso il suo compiacimento; io metterò lo Spirito mio sopra lui, ed egli annunzierà giudizio alle genti.

19Egli non contenderà, e non griderà; e niuno udirà la sua voce per le piazze.

20Egli non triterà la canna rotta, e non ispegnerà il lucignolo fumante; finchè abbia messo fuori il giudizio in vittoria.

21E le genti spereranno nel suo nome.

22ALLORA gli fu presentato un indemoniato, cieco, e mutolo; ed egli lo sanò; talchè colui che prima era cieco, e mutolo, parlava e vedeva. 23E tutte le turbe stupivano, e dicevano: Non è costui il Cristo, il Figliuol di Davide? 24Ma i Farisei, udendo ciò, dicevano: Costui non caccia i demoni, se non per Beelzebub, principe de’ demoni.

25E Gesù, conoscendo i lor pensieri, disse loro: Ogni regno, diviso in sè stesso in parti contrarie, è deserto; parimente, ogni città, o casa, divisa in sè stessa in parti contrarie, non può durare. 26Ora, se Satana caccia Satana, egli è diviso in parti contrarie; come adunque può durare il suo regno? 27E se io caccio i demoni per Beelzebub, per cui li cacciano i vostri figliuoli? Perciò, essi saranno i vostri giudici. 28Ma, se io caccio i demoni per lo Spirito di Dio, il regno di Dio è pur pervenuto a voi. 29Ovvero, come può alcuno entrar nella casa d’un possente uomo, e rapirgli le sue masserizie, se prima non ha legato quel possente uomo? allora veramente gli prederà la casa.

30Chi non è meco è contro a me, e chi non raccoglie meco, sparge.

31Perciò, io vi dico: Ogni peccato e bestemmia sarà rimessa agli uomini; ma la bestemmia contro allo Spirito non sarà loro rimessa. 32Ed a chiunque avrà detta alcuna parola contro al Figliuol dell’uomo, sarà perdonato; ma a niuno che l’abbia detta contro allo Spirito Santo, sarà perdonato, nè in questo secolo, nè nel futuro.

33FATE l’albero buono, e il suo frutto sarà buono; o fate l’albero malvagio, e il suo frutto sarà malvagio; poichè dal frutto si conosce l’albero. 34Progenie di vipere, come potete parlar cose buone, essendo malvagi? poichè la bocca parla di ciò che soprabbonda nel cuore. 35L’uomo buono, dal buon tesoro del cuore, reca fuori cose buone; ma l’uomo malvagio, dal malvagio tesoro del cuore, reca fuori cose malvage. 36Or io vi dico che gli uomini renderanno ragione, nel giorno del giudizio, eziandio d’ogni oziosa parola che avranno detta. 37Perciocchè, per le tue parole tu sarai giustificato, ed altresì per le tue parole sarai condannato.

38ALLORA alcuni degli Scribi e Farisei gli fecero motto, dicendo: Maestro, noi vorremmo veder da te qualche segno. 39Ma egli, rispondendo, disse loro: La malvagia, e adultera generazione richiede un segno; ma niun segno le sarà dato, se non il segno del profeta Giona. 40Perciocchè, siccome Giona fu tre giorni, e tre notti, nel ventre della balena, così sarà il Figliuol dell’uomo tre giorni, e tre notti, nel cuor della terra. 41I Niniviti risorgeranno nel giudizio con questa generazione, e la condanneranno; perciocchè essi si ravvidero alla predicazion di Giona; ed ecco qui è uno che è più che Giona. 42La regina del Mezzodì risusciterà nel giudizio con questa generazione, e la condannerà; perciocchè ella venne dagli estremi termini della terra, per udir la sapienza di Salomone; ed ecco, qui è uno che è più che Salomone.

43Ora, quando lo spirito immondo è uscito d’un uomo, egli va attorno per luoghi aridi, cercando riposo, e non lo trova. 44Allora dice: Io me ne tornerò a casa mia, onde sono uscito; e se, quando egli vi viene, la trova vuota, spazzata, ed adorna; 45allora va, e prende seco sette altri spiriti, peggiori di lui, i quali entrano, ed abitano quivi; e l’ultima condizione di quell’uomo diviene peggiore della prima. Così anche avverrà a questa malvagia generazione.

46ORA, mentre egli parlava ancora alle turbe, ecco, sua madre, ed i suoi fratelli, fermatisi di fuori, cercavano di parlargli. 47Ed alcuno gli disse: Ecco tua madre, ed i tuoi fratelli, sono là fuori cercando di parlarti. 48Ma egli, rispondendo, disse a colui che gli avea ciò detto: Chi è mia madre, e chi sono i miei fratelli? 49E distesa la mano verso i suoi discepoli, disse: Ecco la madre mia, ed i miei fratelli. 50Perciocchè, chiunque avrà fatta la volontà del Padre mio, che è ne’ cieli, esso è mio fratello, sorella, e madre.



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